Faro della Vittoria

Dove:
Strada del Friuli 141
34136 Trieste (TS) farodellavittoria@regione.fvg.it 040 377 4783

Svetilnik zmage

Monumento nazionale firmato dall'architetto Arduino Berlam e costruito dopo la Prima guerra mondiale, per celebrare il passaggio di Trieste al Regno d’Italia e commemorare i caduti in mare durante il conflitto. Offre un punto di vista panoramico sull'intera città.

Il Monumento nasce immediatamente dopo la Grande Guerra grazie al forte impegno dell’architetto Arduino Berlam. La vecchia lanterna non era più adeguata alle esigenze del porto e si volle un faro che segnasse il momento storico. Infatti, accanto alle funzioni di sicurezza per la navigazione, il Faro della Vittoria presenta il duplice scopo di celebrare il passaggio della città di Trieste al regno d’Italia e di commemorare i caduti in mare nel corso del primo conflitto mondiale. I lavori di costruzione durano quattro anni, dal 1923 al 1927, e all'inaugurazione del 24 maggio 1927 prende parte anche il re Vittorio Emanuele III. Il Faro sorge sulle strutture e nell'ambito del complesso del Forte Kressich, una delle più importanti postazioni dell’impero austroungarico della città risalente alla metà dell’Ottocento. Ogni elemento che lo compone è stato pensato per avere un forte valore simbolico. La statua della Vittoria Alata innalza con la mano sinistra una fiaccola, mentre con la destra stringe una colonna d’alloro. Opera dello scultore triestino Giovanni Mayer, realizzata in rame sbalzato dall’artigiano Giacomo Sebroth, è sorretta da un tubo d’acciaio che s’innesta nella torre. Pensata per resistere al forte vento di bora, le sue ali presentano alcune aperture per diminuirne la resistenza. La corona che ne orna il capo nasconde l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche. Ancora del Mayer l’imponente scultura dedicata al Marinaio Ignoto, realizzata con la collaborazione del maestro scalpellino Regolo Salandini. La statua, alta otto metri e 60 cm, raffigura l’immagine di un marinaio con il classico copricapo da pioggia della Regia Marina, noto come “Sud-Ovest”, e alti stivali da lavoro mentre scruta il mare. Alla base della statua è appoggiata l’ancora del cacciatorpediniere Audace, corredata dalla targa riportante la dicitura "Fatta prima d’ogni altra sacra dalle acque della gemma redenta, il 3 novembre 1918" a commemorazione dello storico ingresso della prima nave italiana a Trieste, l’Audace appunto. Più sotto un’altra epigrafe “MCMXXVII Splendi e ricorda i caduti sul mare MCMXV - MCMXVIII” sottolinea ancora una volta come la luce del faro serva non solo a guidare i naviganti contemporanei, ma anche a ricordare i caduti in mare del passato. La catena, che cinge l’aiuola alla base del Faro, e i due proiettili posti all'entrata appartenevano alla corazzata austroungarica Viribus Unitis, affondata nella Base di Pola nel 1918 da incursori della Marina Italiana.
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