Museo della Vita Contadina Diogene Penzi

Dove:
via Antonio Altan, 86
33078 San Vito al Tagliamento (PN) museo.diogene.penzi@regione.fvg.it +39 0434 833275

Museo della Vita Contadina Diogene Penzi

Nato dall'intensa attività collezionistica di Diogene Penzi – insegnante, preside ed etnologo – mette a tema la vita contadina a partire dalla sua quotidianità: famiglia, arredo domestico, cucina, abbigliamento, produzione, allevamento del bestiame.

Nato dalla febbrile e instancabile attività collezionistica di Diogene Penzi, insegnante, preside ed etnologo di vaglia, il museo a lui dedicato è allestito in una delle barchesse di Palazzo Tullio Altan, dimora gentilizia tra le più illustri del territorio sanvitese. Il complesso si fregia anche di un giardino all’italiana e di un parco rinomati per bellezza dell’impianto e ricchezza delle fioriture. L’allestimento museale si articola su più piani e affronta il tema della vita contadina a partire da tutti gli aspetti legati al quotidiano: la famiglia, l’arredo domestico, la cucina, l’abbigliamento, per arrivare a tutte le attività destinate al sostentamento e alla produzione di reddito. L’esposizione abbina agli oggetti un ricco corredo iconografico che ne chiarisce contesto ed uso. Il percorso si apre con ambienti domestici ricostruiti filologicamente: in primis il cuore della vita familiare, la cucina con il suo fogolâr, e la camera da letto con i pagliericci imbottiti con foglie di mais. Le ricostruzioni d’ambiente sono corredate dalle più svariate suppellettili, molte delle quali, ormai desuete, destano la curiosità dei visitatori. Ambiti strettamente legati alla sfera della famiglia sono rappresentati dalla cura dell’infanzia e la preparazione degli alimenti. Destinate in parte all’autoconsumo e in parte alla produzione di reddito integrativo, specie “al femminile”, erano attività quali bachicoltura, filatura, tessitura, confezione di indumenti. Tra queste sezioni si distingue per ricchezza quella dedicata alla gelsibachicoltura, che espone le più svariate tipologie di bozzoli. Tra gli indumenti spiccano invece per bellezza la biancheria ricamata e gli scarpez, calzature femminili con la tomaia in velluto nero ricamato e la suola di tessuti trapuntati, elemento del costume tradizionale friulano che la moda ha negli ultimi anni riscoperto. L’allevamento del bestiame nei suoi aspetti materiali e simbolici rappresenta un capitolo importante dell’allestimento museale, che affronta anche temi quali la fienagione, la mungitura e la lavorazione del latte, la macellazione e la lavorazione della carne, ma anche l’impiego degli animali quali mezzi di locomozione e trazione, tema legato strettamente a quello dei mezzi di trasporto, quali calessi e carri agricoli. Innumerevoli attrezzi in mostra sono legati alla lavorazione della terra, in quanto l’agricoltura costituiva, nell’ambito delle attività produttive, la principale occupazione e fonte di reddito per le famiglie contadine. Agli attrezzi manuali, quali zappa, vanga e piccone, si affiancavano quelli trainati dai buoi, quali l’aratro, di diverse tipologie a seconda dell’uso, e l’erpice. Specifiche sezioni sono dedicate alla maiscoltura e alla vitivinicultura.
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