CONFINI, FRONTIERE E LIMITI

Confini, Frontiere, Limiti, il nuovo progetto espositivo, è concepito e realizzato sulla scorta di un’esperienza autentica da consumarsi all’interno di uno spazio fisico – la stanza, le stanze- dove il visitatore è chiamato a interrogarsi, a riflettere e interagire direttamente con le opere. Protagonisti assoluti gli scenari della vita contemporanea dominati da geografie e confini mobili, da guerre, da assetti politici, sociali ed economici fluttuanti, incerti e fragili. Si inizia con il contatto visivo e reale di un muro, al centro della prima sala, simbolo pregnante delle tante linee di separazione della storia passata e presente che hanno diviso, straziato, insanguinato continenti, terre e popoli. Ai lati della sala, Moreno Biasi compone un autentico mosaico di ritratti in cui sfilano le effigi di coloro che hanno determinato la costruzione materiale di barriere di filo spinato sulla superficie terrestre. Il segno chiaro, riassuntivo, innervato di declinazioni pop, di un uso cromatico fortemente narrativo, consegna un compendio icastico di volti, di occhi, di caratteri a cui difficilmente si può rimanere indifferenti.

Ma non ci sono solo sguardi: dalle fessure del muro nella stanza si possono intravvedere sequenze video girate in alcune zone di confine che documentano violenze, soprusi, atti di forza indiscriminati. La dimensione artistica diventa denuncia e coscienza, interpella il visitatore, lancia una sfida, chiede una reazione. Nella seconda sala espositiva, un altro muro centrale governa la scena: si tratta di una parete composta da personaggi a figura intera che ricoprono ruoli diversi. Non hanno volto, o meglio: c’è uno specchio che consente allo spettatore di interfacciarsi e di assumere sembianze e posizioni differenti. Perché questo gioco apparente? Lo spiegano i ritratti che circondano la stanza e che ci parlano, a detta del nostro autore, di un’ umanità segnata dal pregiudizio, dalla critica feroce, dalla discriminazione, dallo scherno.

Confini non visibili come gli steccati di filo spinato ma capaci allo stesso modo di creare isole di demarcazione, atolli di sofferenza, di dolore e di emarginazione. Se può esistere una soluzione o una risposta, questa, a detta dell’artista, risiede principalmente nel rispetto, nell’accettazione dell’altro, nella volontà di accogliere le diversità. “Rispetto”: parola che indica attenzione, stima, piacere dell’incontro.

Ecco allora che l’ingresso alla terza sala espositiva avviene attraverso una porta frangivento che reca scritto “Respect” a suggerire che l’educazione al rispetto è una conquista faticosa che va edificata ogni giorno perché “la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale” (Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani). In questa stanza ci sono ritratti di personalità famose e comuni, compresi gli amici dello stesso pittore che si fanno interpreti e portavoce di un messaggio importante: ognuno di noi è unico e merita rispetto, interesse, dedizione.

Informazioni sulla lingua

Lingua dell'evento: EN, IT Sottotitoli: EN, IT

Accessibilità

Accesso senza gradini/barriere

Servizi

Toilets

Contatti

Email organizzatore Morenobiasi1@gmail.com Telefono dell'organizzatore 3480417129

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