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24/04/2023

Introduzione storica a EPIC

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Ieri e oggi si sta svolgendo a Nova Gorica il convegno degli storici sloveni. "Siamo lieti di darvi il benvenuto, perché siete la prova vivente che i nostri progetti sono già in atto e che insieme a voi possiamo annunciare il nostro progetto centrale EPIC, l’European Platform for the Interpretation of the Century ", queste le parole di benvenuto per gli storici da parte di Stojan Pelko, responsabile di programma di GO! 2025. Ha aggiunto che, naturalmente, questo non è il nostro unico progetto storico tra gli oltre ottanta che stiamo sviluppando. È strettamente correlato al Museo sul confine, alla documentarista Anja Medved con la quale stiamo sviluppando i Soccorritori della memoria e le Brigate d’archivio, a Blaž Kosovel che ci farà ripercorrere la storia della creazione della città dall'inizio, ad Ab Initio, e potremmo continuare a lungo.   L'incontro tra storici, museologi e archivisti è anche un'occasione per discutere delle opportunità che la Capitale europea della cultura porta a Nova Gorica. Tra queste c'è sicuramente EPIC, l'epicentro della memoria, secondo la dottoressa Kaja Širok della Facoltà di Studi Umanistici dell'Università di Nova Gorica. È una piattaforma per ricordare in forma illimitata, attraverso i concetti di tutte le identità che compongono lo spazio di Gorizia e non solo. La sfida sta nel modo in cui mostreremo e presenteremo il dolore dell'altro, che non è affatto un argomento facile. Così è intervenuta Katja Širok ieri sera al Centro Culturale alla tavola rotonda "LA STORIOGRAFIA DELLE TERRE DI CONFINE OGGI - Comprensione e sfide della Capitale europea della cultura 2025 Nova Gorica - Gorizia", alla quale hanno partecipato anche il dott. Alessandro Cattunar dell'associazione Quarantasettezeroquattro (47/04), il dott. Marko Klavora, curatore del Museo di Gorizia, il dott. Federico Tenca Montini dell'Istituto di Studi Storici del Centro di ricerche scientifiche ZRS Capodistria e la dott.ssa Marta Verginella del Dipartimento di Storia della Facoltà di Lettere dell'Università di Lubiana.   I relatori hanno concordato sul fatto che la storia di confine del XX secolo è complessa e non può essere raccontata in modo sintetico, e che i racconti personali possono essere molto utili per l'interpretazione, ma solo se vengono valutati correttamente. Hanno anche accennato alla famosa Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena, preparata più di 20 anni fa e che rappresenta una base valida e professionale per la storia di confine e simboleggia il desiderio di relazioni di buon vicinato. Oggi, ha sottolineato la dott.ssa Verginella, stiamo assistendo a una nuova genealogia di partiti politici italiani che non lasciano la storia dei confini alla storiografia, il Ministero della Cultura italiano sta dando linee guida che sono estremamente problematiche. La dott.ssa Verginella sostiene un vicinato egualitario e privilegia gli atteggiamenti civici rispetto a quelli nazionali, ma certamente consiglia di sostituire finalmente il nostro punto di vista con, come direbbe Carlo Ginzburg, "gli occhi di un cavallo", che sono diversi e offrono anche una visione diversa.

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