16/10/2024
A Nova Gorica e Gorizia, i registi hanno ancora una volta sviluppato un paesaggio cinematografico transfrontaliero aperto e innovativo.
Il tradizionale festival cinematografico Omaggio a una visione si è svolto nella co-città delle due Gorizie tra l'8 e il 13 ottobre 2024. Sebbene la distanza geografica tra le due città sia praticamente nulla, le loro culture e ricchezze sono molto diverse. Il festival è ospitato in diverse sedi su entrambi i lati del confine, creando un'opportunità di dialogo diretto e di cooperazione tra istituzioni culturali, registi e pubblico. I registi sono guidati dalla convinzione che il cinema e la cultura audiovisiva siano un mezzo eccellente per comprendere ed esplorare la società e i suoi cambiamenti nel tempo, nonché un'opportunità per far incontrare culture diverse, sia quelle delle immediate vicinanze che quelle più lontane.
Nell'ambito del festival, che fa parte del programma ufficiale della Capitale europea della cultura GO! 2025, viene assegnato anche il Premio Darko Bratina, dal nome del fondatore di Kinoatelje. Il premio principale di quest'anno è andato al regista francese e uno dei più importanti documentaristi del mondo, Nicolas Philibert. Il premio è stato assegnato per il suo lavoro e per il suo approccio delicato ma profondo nel documentare le varie questioni sociali e i paradigmi del mondo contemporaneo.
Nello spirito dell'espansione del programma dell'attuale CEC e nel tentativo di portare in questo spazio registi innovativi, il programma è stato ampliato con la sezione Visionari. Gregor Božič, che ha già presentato il suo progetto Atlante dei frutteti nel contesto della CEC, ha presentato il suo lavoro in questa sezione. Il regista di Nova Gorica ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes di quest'anno per il suo cortometraggio The Man Who Could Not Keep Silent.
Un'attenzione particolare è stata riservata anche ai capolavori cinematografici che affrontano i temi più urgenti, come la guerra e le sue conseguenze. In questo contesto, Afterwar della regista danese Birgitta Staermose ha toccato il cuore del pubblico con segmenti ambientati nella Pristina del dopoguerra, dove i bambini vendevano noccioline e sigarette per sopravvivere.
Foto: Jure Batagelj, Jakob Koncut