Tomi Janežič è una delle voci più importanti del teatro sloveno contemporaneo, noto per il suo approccio innovativo al lavoro, che combina tecniche di recitazione tradizionali e contemporanee.
Nato nel 1972 a Šempeter pri Gorici, già durante gli studi all'Accademia di Teatro, Radio, Cinema e Televisione di Lubiana (AGRFT) ha dimostrato un notevole senso di esplorazione della recitazione che trascende i confini stabiliti. Il suo lavoro è caratterizzato da una miscela innovativa di tecniche drammaturgiche classiche e approcci psicodrammatici contemporanei, che è diventata un segno distintivo del suo stile registico.
La sua prima produzione professionale, Equus, è stata messa in scena nel 1996, e da allora ha ottenuto una serie di successi con produzioni come Galeb (Il gabbiano), Kralj Lear (Re Lear), Potujoče gledališče Šopalović (Teatro itinerante di Šopalović) e altre. Anche il suo spettacolo Sedem vprašanj o sreči (Sette domande sulla felicità) ha avuto un grande riscontro e Janežič ha ricevuto il premio del Fondo Prešeren. La peculiarità del suo approccio è che non esistono confini classici tra attori, regista e pubblico. Janežič ritiene che uno spettacolo teatrale sia un “processo vivente”, un evento che si svolge tra attori e pubblico e che è allo stesso tempo in costante dialogo con la vita quotidiana.
Il lavoro di Janežič non si limita alla Slovenia: i suoi spettacoli sono stati presentati in importanti festival come il Kunstenfestivaldesarts in Belgio, il Bitef in Serbia e il Wiener Festwochen in Austria. Mentre le compagnie teatrali slovene operano spesso con ritmi di produzione da fabbrica, il Teatro della Gioventù Sloveno è uno dei pochi che permette la creazione con la sua metodologia unica. Di conseguenza, le sue opere sono rare in Slovenia, ma estremamente influenti.
Oltre alla regia, Janežič è un insegnante e un mentore attivo. Come professore a tempo pieno all'AGRFT, trasmette la sua ricca esperienza alle nuove generazioni di teatranti. Il suo contributo al teatro sloveno e internazionale va oltre i singoli spettacoli: crea un teatro che unisce le persone, abbatte le convenzioni e mette le relazioni umane al centro di ogni momento sul palco.
Janežič rimane affascinato dall'integrità dell'esperienza teatrale, che per lui non è solo un'opera d'arte, ma anche un'intensa esperienza di vita. Il suo lavoro dimostra che il teatro può diventare un luogo di esplorazione, confronto e superamento dei confini - sia artistici che personali. Nell'ambito di GO! 2025, metterà in scena la Dodecalogia 1972-1983 come parte del progetto Destin(y)ation. Si tratta di un omnibus teatrale della durata di un anno composto da dodici spettacoli prodotti a Nova Gorica, Lubiana, Timișoara, Ivano-Frankivs'k, Novi Sad e nell'ambito del Centro creativo di Krušče. La Dodecalogia sarà presentata per tutto il 2025 nell'ambito della Capitale europea della cultura 2025 Nova Gorica - Gorizia, in modo tale che ogni mese sarà presentato uno dei dodici spettacoli. “La Dodecalogia delinea una rete di destini di vita che si estendono nel tempo e sono segnati da viaggi e migrazioni,” ha detto a proposito della creazione del progetto.